Sul mercato del lavoro il gender gap fa ancora la differenza
Sul mercato del lavoro il gender gap fa ancora la differenza
Nonostante i miglioramenti degli ultimi anni, i divari di genere sul mercato del lavoro continuano a essere pronunciati. Come ogni anno, in occasione del Women’s day, l’Eurostat aggiorna i dati sulla disuguaglianza di genere. Vediamo il punto sulla disuguaglianza di genere sul mercato del lavoro.
Una prima misura della disuguaglianza di genere nel mercato del lavoro è il tasso di occupazione.
I dati più recenti (anno 2018) ci dicono che l’occupazione femminile a livello europeo (nella classe 20-64) è al 67,3 per cento, in aumento di circa 5 punti rispetto a 10 anni fa, ma nettamente inferiore al dato maschile pari al 79 per cento. Fra gli stati dell’Ue, il paese con il più alto numero di donne occupate è la Svezia, mentre quello con il numero più basso è la Grecia (49%). In questa classifica, l’Italia si colloca al penultimo posto, con un tasso di occupazione femminile pari al 53,1 per cento: ben 13,8 punti percentuali in meno rispetto alla media europea.

Una seconda misura della disuguaglianza di genere è il differenziale salariale.
Il divario retributivo fra uomini e donne viene misurato dall’unadjusted gender pay gap, ossia dalla differenza fra le retribuzioni lorde orarie degli uomini e delle donne, espressa in percentuale degli stipendi medi lordi degli uomini.
Nell’Unione Europea il salario medio orario delle donne nel 2018 è risultato del 14,8 per cento più basso di quello degli uomini, in diminuzione di 1,2 punti rispetto all’anno precedente. Ciò significa che, posto pari a 1 euro il salario medio orario di un uomo, una donna guadagna circa 85 centesimi. Il differenziale salariale varia da un minimo del 3 per cento in Romania a un massimo del 22,7 per cento in Estonia. In questa classifica, l’Italia ottiene il secondo valore più basso (5 %), decisamente inferiore sia alla media europea, sia ai livelli registrati in Francia e Germania.
In questi dati troviamo una differenza tra i dati sopra riportati dell’EUROSTAT e quelli dell’INPS, che sono più alti, perché i dati dell’EUROSTAT si riferiscono al settore privato e pubblico insieme e misura il differenziale salariale orario tra uomini e donne. I dati INPS riguardano il settore privato, dove il differenziale salariale di genere è maggiore, e si riferiscono alle retribuzioni annue e non alla remunerazione oraria.

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