I capi leali hanno collaboratori leali: Leader autorevole o capo autoritario?

Il capo autoritario pensa in modo gerarchico, è poco interessato agli input dei suoi collaboratori e non dà loro alcuna libertà d'azione. La leadership gerarchica porta sempre a raffronti, alla paura di sbagliare e al disinteresse generale a collaborare. Per far sì che i dipendenti non percepiscano la leadership come coercizione o restrizione, è necessario un leader che ascolti, condivida le competenze e giustifichi le decisioni in modo trasparente.

Essere un leader non significa, comandare; significa inspirare, influenzare, avere una visione chiara e riuscire a trasmetterla. Per costruire una leadership solida non basta comportarsi da capo autoritario e impartire ordini; al contrario, bisogna condividere le ragioni delle proprie scelte senza prevaricare il pensiero degli altri. I migliori leader sono quelli che guidano le persone ma sanno anche ascoltarle, rispettarle e valorizzarle. Invece di accentrare tutto il potere nelle proprie mani, delegano e dividono le responsabilità, creando dinamiche collaborative.

Ecco perché non basta ricoprire un ruolo gerarchico importante per essere un buon leader. La leadership è data da una serie di skills e qualità che ci vengono riconosciute da chi ci sta attorno: solo così si riescono ad allineare gli obiettivi aziendali con quelli personali, creando un team affiatato, motivato ed affidabile. I collaboratori, una volta pienamente coinvolti nel progetto, daranno il meglio di sé e smetteranno di considerare il lavoro un’imposizione dall’alto.